La candidatura di Olbia è imperniata sul Museo archeologico, localizzato al centro del porto in un edificio appositamente costruito dal Comune.
Di nuova concezione, il museo ospita relitti di imbarcazioni romane e medievali rinvenuti nel corso di consistenti lavori pubblici che hanno interessato l’area portuale. E' caratterizzato dall’utilizzo di apparati multimediali che ricostruiscono la funzione portuale che la città ha svolto fin dall’età nuragica, fenicia, greca e poi romana.
E' allestito in maniera quasi definitiva, ma è ancora chiuso al pubblico, e sono previsti ulteriori spazi espositivi per la musealizzazione dei 24 antichi relitti nei capannoni dell’ex Artiglieria di Olbia.
L’analisi del patrimonio ha riguardato altri beni culturali del territorio olbiese potenzialmente integrabili nel Polo:
- l’area dell’ex Artiglieria di Olbia
- il nuraghe Cabu Abbas o Rio Mulinu
- la tomba dei giganti di Pedres o Su Monte de S'Ape
- il pozzo sacro Sa Testa
- l’acquedotto romano Sa Rughittula
- la fattoria romana S’Imbalconadu
- la Basilica di San Simplicio
- il Castello di Pedres
- il Museo navale Nino Lamboglia dell’isola della Maddalena
Pur riconoscendo il valore intrinseco del patrimonio di questo Polo, le analisi hanno rilevato la mancanza delle condizioni necessarie ad incidere, in misura determinante, sulle dinamiche socioeconomiche del proprio territorio. Pertanto, l’ipotesi di “Polo museale” è stata abbandonata.